Oggi, 24 febbraio 2019, dopo 24 anni, rieccomi allo Stadio S.Nicola per assistere alla gara Bari – Acireale. Con grande emozione rivivo le tappe di un percorso arduo e avvincente. Ieri, per puro caso, rivedevo un’intervista di un anno fa durante la quale il giornalista mi ha chiesto: Cannavò ma chi te lo ha fatto fare a ad assumerti il ruolo di presidente? Qualcuno dice che lo hai fatto in vista della tua prossima candidatura a Sindaco. Risposi allora e risponderei ancora oggi, senza alcuna esitazione, che lo rifarei, perché essere classe dirigente vuol dire anche e soprattutto assumersi le dovute responsabilità in momenti particolari ed io, da buon Acese e da grande tifoso, mettendoci la faccia, come ho sempre fatto nella mia vita, grazie ad alcuni collegamenti, indiscutibilmente creati dal sottoscritto che ci hanno sostenuto e potranno ancora sostenerci in futuro, oltre alla collaborazione di altri amici tifosi, mi sono imbarcato in questo progetto da me immaginato da oltre un decennio e finalmente realizzato col consenso degli evidenti risultati a dispetto degli scettici e dei detrattori che hanno tentato di sminuirne la validità rallentandone lo sviluppo, quasi nella speranza di un fallimento. Circa due mesi fa, mi é stato chiesto di fare un passo indietro per motivi ancora ad oggi poco chiari. Tuttavia, avendo completato il mio percorso, raggiungendo l’obbiettivo di innescare il meccanismo di un progetto compartecipato che salvasse il calcio ad Acireale e consapevole di aver lasciato al timone un ottimo gruppo di dirigenti e collaboratori, sono uscito di scena, in punta di piedi e con eleganza, felice più che mai che tutti gli acesi ed in particolare le nuove generazioni possano ancora oggi tifare per la propria quadra del cuore. Per me essere qui oggi, da tifoso e da vicepresidente dell’associazione “Noi siamo Acireale”, a prescindere dal risultato, è comunque una vittoria.