Rispettando i punti di vista differenti, ritengo che l’Amministrazione, piuttosto che rilevare il Palasport di contrada Tupparello, se ne dovrebbe tenere a debita distanza, deve solo vincolare la destinazione d’uso e lasciare che l’istituto di credito faccia le aste pubbliche nel più breve tempo possibile, affinché un privato possa acquistarlo e rilanciarlo, dando la gestione a coloro che siano in grado di sostenerne i costi e a garantirne l’efficienza. Immaginare che il Comune possieda risorse finanziarie per pagare rate di mutuo e, al tempo stesso, eseguire gli interventi strutturali di manutenzione, indispensabili per ottenere le licenze di rito e veramente una follia. Ipotizzare che il Comune di Acireale possa riuscire a tenere aperto il Palasport di via Pasiano significa non volersi assumere la responsabilità di dire le cose come stanno, oppure sconoscere le norme basilari dell’amministrare la cosa pubblica. D’obbligo, quindi, assegnare la gestione ad un privato, addossandogli gli oneri collegati alla struttura che, diversamente, corre il rischio di chiudere i battenti, posto che il Comune non ha la disponibilità economica per tenerla aperta. Un po’, per certi versi, come accade con gli impianti sportivi, il cine-teatro Maugeri, restaurato ma, di fatto, sempre chiuso e che per negligenza amministrativa e politica non si è riuscito con dei semplici teloni provvisori a tamponare le aperture createsi nel tetto durante la tromba d’aria del teatro Maugeri e del Palavolcan e creando di fatto milioni di euro di danni, con la beffa di un teatro che non potrà più riaprire senza ulteriori investimenti di denaro pubblico. Gli esempi a sostegno della mia tesi si potrebbero moltiplicare, ma basta citare quello che fa riferimento alle Terme, l’errore irreparabile compiuto sottraendo la gestione degli alberghi a chi ne era affittuario, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti, la distruzione, la chiusura, la perdita di flussi turistici e di posti di lavoro. Se il Comune deve indebitarsi che lo faccia per altre ragioni, come l’edilizia popolare oppure la costruzione di strutture destinate alla socialità e allo stesso sport o ad alloggi universitari che con il collegamento veloce con Catania potrebbe veramente rappresentare una boccata di ossigeno per tutta la città.

Questa città non ha più bisogno di scelte ipocrite ma di scelte coraggiose e che facciano il bene della nostra comunità. In alternativa propongo un referendum, affinché gli Acesi decidano se indebitarsi per l’acquisto di una struttura che comunque resterebbe fisicamente ad Acireale a prescindere di chi è la proprietà, anche se la compra un privato con il vincolo di destinazione.

Gianluca Cannavò già consigliere provinciale di Catania e amministratore locale di Acireale.

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